Cinque Shitstorm da ricordare - Hydrogen Code
febbraio 5, 2018

Fra i tanti tsunami di guano che abbiamo visto scatenarsi, questi sono quelli che per un motivo o per l’altro consideriamo più indicativi. Cinque esempi di cosa NON dovete fare.  

Piovono critiche


Mentre l’Italia era ancora scossa dal terremoto nelle Marche, un ristorante vegano di Brindisi decide di raccogliere fondi a modo suo. Organizzando, per la notte di Halloween, una serata di beneficenza intitolata in maniera non troppo sobria: “Dolcetto o terremoto?”. Sono bastate poche ore per far concentrare critici, indignati moralizzatori, e semplici troll sulla pagina in questione.
Le proprietarie del ristorante non hanno certo evitato il confronto contro i commenti piccati, anzi, hanno fatto di tutto pur di NON smorzare i toni.
Per un paio di giorni questa sceneggiata trash ha intasato le bacheche di Facebook mentre ora non se ne ricorda più nessuno. E su TripAdvisor il giudizio di Piovono Zucchine è alto: ben 4 pallini. 

Elle, l’influencer scroccona


Essere VIP ha i suoi vantaggi. Attori, musicisti e personaggi noti in generale spesso ottengono favori inaspettati quando si mescolano alla gente comune, che si tratti del pranzo offerto dal titolare di un’osteria all’upgrade gratuito della stanza in albergo.  Elle Darby è una giovane influencer che si sente già arrivata coi suoi oltre 80.000 follower su Youtube e qualcuno meno su Instagram. In maniera molto diretta cerca di convincere Paul Stenson, proprietario Charleville Lodge Hotel di Dublino, a ospitare lei e il suo ragazzo per cinque giorni. Non gratis, che sarebbe sgarbato, ma in cambio di una copertura mediatica sui suoi profili social.
Se Elle avesse avuto l’accortezza di controllare la pagina Facebook dell’hotel prima di inoltrare la richiesta forse avrebbe notato che Paul ne sa qualcosina di Social, avendo molti più fan di lei. Ne sa abbastanza da prendere la palla al balzo e risponderle pubblicamente, censurando però i nomi. Non contenta dello smacco, Elle si svela pubblicamente, ammette di essere l’influencer in questione sostiene di essere stata bullizzata. La shitstorm cresce sino al finale rocambolesco, quando Paul manda una (finta) fattura a Elle per la visibilità che le ha dato, valutata in oltre 5 milioni di sterline
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Melegatti, i professionisti dei social

Ancora non si erano sopite del tutto le dure critiche a Guido Barilla (reo di aver detto che preferiva la famiglia tradizionale negli spot della sua azienda) che Melegatti ne esce con una pubblicità dove dimostra di aver capito tutto: un’immagine, ritoccata male, in maniera amatoriale, che accompagna il claim “Ama il tuo prossimo come te stesso… basta che sia figo e dell’altro sesso”.

Era tanto surreale da sembrare un fake ma l’azienda ha confermato in breve tempo che era tutto vero. Ma che aveva già provveduto a sollevare dall’incarico l’azienda in questione, dissociandosi. Se questo l’ha danneggiata, la scelta di usare Valerio Scanu come testimonial del suo prodotto più noto, il Pandoro, l’ha definitivamente condannata al ridicolo. Almeno sui social.

Buondì Motta


Quanto Motta, dopo tanti anni, ha deciso di tornare a sponsorizzare il Buondì ha voluto mettere in chiaro una cosa: si sono stufati delle solite pubblicità di merendine che esaltano la bontà degli ingredienti, l’assenza dell’olio di palma o la presenza di qualche superfood miracoloso. Per lo spot tv ha quindi fatto recitare a una bambina la parte della fastidiosa rompiscatole e alla sua mamma quella della malcapitata vittima di un asteroide. “L’Internet” si è immediatamente diviso fra chi apprezzava l’ironia e chi si è sentito turbato profondamente dal sarcasmo. Le tante polemiche non hanno certo fermato i piani di Motta cha ha proseguito la campagna con due spot nei quali anche il papà della piccola impertinente e un malcapitato postino fanno la stessa fine della genitrice.

Pew die pie e le battute che non si possono fare

Questo ragazzo dal nome impronunciabile è uno degli youtuber di maggior successo fra i ragazzi giovani. Così tanto successo che è stato in grado di fatturare ben 7 milioni in un solo anno. Non gli manca la capacità di far soldi e piacere ma non ha tenuto conto di una cosa: al pubblico forse possono piacere battute al limite del razzismo, agli inserzionisti no. E gli Youtuber sono pagati dagli inserzionisti. Se inizialmente gli hanno lasciato passare qualche ragazzata, quando ha iniziato a fare sue battute dal sapore antisemita, molti utenti lo hanno insultato. Gli inserzionisti, invece, hanno abbandonato lui e altri youtuber, dando il via a quello che è stato definito AdPocalypse.