Osservatorio Social - Hydrogen Code
novembre 13, 2017

 

Facebook all’attacco delle banche

Zuckerberg non è uno che si accontenta. Ha creato il social network più famoso e diffuso di sempre e, non parco, l’ha trasformato in una gigantesca media company dove gli editori diffondono i loro contenuti e dove ognuno può improvvisarsi broadcaster. Ora, oltre che informazioni, su Facebook è possibile raccogliere denaro con estrema facilità: basta premere “Raccogli denaro” nelle opzioni del post per vedere una lista di organizzazioni autorizzate (Unicef, Emergency, Save the Children e via dicendo). Selezionandone una si potrà creare un post con un invito a donare soldi, che arriveranno direttamente sui conti dell’ente scelto, senza passare da intermediari . 

Il passo successivo arriverà a breve e sarò lo scambio di denaro fra privati via Messenger: tale caratteristica è stata di recente attivata in UK e Francia e – a breve – potremmo farne uso anche noi italiani. Chi non ha mai contante per dividere il conto della cena ora non ha più scuse.

Facebook “nasconde” i post delle aziende

 

I Social Media Manager di alcuni paesi si sono ritrovati con una bella gatta da pelare negli scorsi giorni: all’improvviso, la loro portata organica si è praticamente azzerata. Bug della piattaforma? Magari! In realtà è una nuova funzione che Facebook ha sperimentato in alcuni paesi (Slovacchia, Bolivia, Serbia, Guatemala e Cambogia), spostando tutti i contenuti aziendali in un feed alternativo, chiamato Explore Feed. Mentre le bachece degli utenti di questi paesi pullulavano di post di amici e parenti, i post delle fanpage se ne stavano nascosti in un feed a parte che pochi si prendevano la briga di controllare. Gli unici contenuti aziendali accessibili a tutti erano – guardacaso – quelli sponsorizzati.
Facebook ha tranquillizzato i suoi clienti spiegando che si è trattato solo di un esperimento e che non c’è l’intenzione di replicare questo test anche in altri paesi. Almeno per ora…

 

Twitter spegne (temporaneamente) l’account di Trump

Per alcuni sono stati gli 11 minuti più felici della vita, per altri i più interminabili. Parliamo di quegli istanti del 3 novembre durante i quali l’account Twitter del presidente Trump è sparito. Qualcuno sperava l’avessero bannato, in tanti hanno ipotizzato un attacco hacker, ma la realtà è ben più banale: un dipendente di Twitter al suo ultimo giorno di lavoro si è tolto una piccola soddisfazione e lo ha cancellato, scatenando l’ilarità di molti. Certo, sino a che si trolla uno come Trumo si fanno due risate ma la questione pone più di una riflessione sulla sicurezza del social da 280 caratteri.

Snapchat delude gli analisti

Snapchat ha pubblicato i risultati finanziari per il Q3 2017 e non sono molto incoraggianti. La crescita degli utenti è stata limitata, meno del 3% rispetto al precedente periodo, per un totale di 179 milioni di utenti. Ciò che più preoccupa gli analisti però sono i risultati finanziari: appena 207 milioni di dollari, parecchi in meno dei 237 milioni previsti.  Una delusione cocente, che fatto crollare le azioni dell’azienda del 20%. C’è poco da fare: Instagram sembra inarrestabile da quando ha introdotto le storie, quella caratteristica che un tempo rendeva Snapchat amatissimo dai più giovani.