Ai tempi dei nostri genitori e nonni la pubblicità era qualcosa di molto costoso ma oggi le cose sono completamente diverse: bastano poche centinaia di euro per raggiungere centinaia di migliaia di persone. Un bel passo avanti rispetto ai media tradizionali che, nonostante abbiano perso importanza, sono ancora molto più costosi.
Un conto però è visualizzare una pubblicità, un altro è convincere il cliente a cliccarci sopra prima e a eseguire ulteriori azioni dopo. In gergo tecnico, passare da un approccio di tipo CPM (costo per mille visualizzazioni) a CPC (costo per clic). In questo caso il prezzo si alza e in certi casi può salire anche di parecchio, pur rimanendo competitivo verso altre forme di pubblicità.
Facciamo l’esempio di Google AdWords per capire meglio. Quanto sarete disposti a pagare per un click che porta al vostro sito? 50 centesimi? Un euro? Mille euro? Sembra una domanda strana, eppure è il ragionamento che bisogna fare ogni qualvolta si decide di investire sulla pubblicità online. Quando si “comprano” delle parole su Google AdWord, in modo che chi le ricerca visualizzi un annuncio sponsorizzato, viene sempre indicato il “costo” di quel click. Spesso è di pochi centesimi, ben inferiore all’euro, ma certe parole possono costare decine, se non centinaia di euro.
Da cosa dipende? Il meccanismo è praticamente identico a quello dell’asta: più persone vogliono usare quella parola, più il suo valore e di conseguenza il costo per click. Chi sponsorizza può decidere se affidarsi agli algoritmi, lasciando che siano loro a gestire l’asta a seconda del budget e delle altre offerte, oppure indicare la cifra massima che si è disposti a investire per ogni click. Quest’ultima è una funzione utile per scalare le SERP ma occhio: il budget può salire vertiginosamente, anche perché un click non significa automaticamente una vendita o un nuovo cliente. Per capirci, per posizionarsi sulla parola “occhiali da sole online” bisogna prevedere parecchi click, spendendo mediamente fra gli 1 e i 2 euro: non è tantissimo, ma su migliaia di persone che arriveranno al sito, solo una piccola percentuale passerà all’acquisto. Se sono venduti a poche decine di euro è facile rischiare di perdere soldi piuttosto che guadagnarli.
Diverso magari il caso di prodotti fintech o per i casino online, dove i guadagni per cliente acquisito sono ben più elevati e, soprattutto, costanti nel tempo: in questi casi anche un investimento apparentemente folle di 100 e passa euro a click, con una buona strategia può garantire ottimi ritorni sull’investimento.
Il suggerimento è in ogni caso di non fermarsi mai a una singola parola, ma cercare sempre di posizionarsi su chiavi di ricerca magari meno comuni ma più dettagliate: se un “casino online” può costarci una fortuna, “online casino bonus” può costare la metà. Fortunatamente, strumenti come Google Keywords Planner possono semplificare la vita enormemente, aiutando a trovare parole nuove e a confrontarne i costi in modo da trovare quelle ideali per il budget che si ha a disposizione.