Fare un salto a una manifestazione come il Microsoft Forum può essere un’esperienza illuminante. Non solo per le cose che si imparano e per i contatti che si acquisiscono, quanto per capire cosa significa comunicare, parlare al pubblico. E per vedere come lo fanno diverse persone.
Durante una delle sessioni, un marketing manager di un’azienda nordeuropea spiegava come noi italiani siamo bravissimi nei rapporti personali: siamo subito in grado di entrare in sintonia con colleghi e partner commerciali e abbiamo una parlantina sciolta che, unita al nostro modo unico di gesticolare, ci rende degli ottimi interlocutori. Peculiarità non così diffuse fra le popolazioni scandinave, decisamente più fredde, con la battuta meno pronta.
Non una sviolinata nei confronti di noi italiani, quanto una breve introduzione per meglio spiegare le potenzialità del CRM che proponeva, che promette di conoscere nel dettaglio ogni persona presente nel database. Un modo per informare cercando di risultare interessante.
Inutile dire che aveva ragione da vendere. Come hanno dimostrato altre sessioni dove i vari presentatori hanno messo in mostra la loro capacità di fare subito gli amiconi, di risultare simpatici e informali. Peccato che fra una battuta e un luogo comune, un’ovvietà buttata in mezzo al discorso e una cornucopia di inglesismi infilati a casaccio, abbiamo spesso faticato a capire il tema della sessione. Non ci fossero stati dei loghi in evidenza e non avessimo avuto uno smartphone, saremmo ancora lì a farci domande.
Non tutti sono così. Ci sono connazionali capaci di presentazioni di grande impatto. È però innegabile che per forma mentis l’italiano tenda a prediligere l’aspetto emotivo per poi perdere punti nella chiarezza dell’esposizione. Tendiamo a farci belli con una serie di dati che nella migliore delle ipotesi sono scontati per il pubblico (sì, lo sappiamo che ormai tutti usano Internet e gli smartphone, non c’è bisogno di investire 5 slide per ribadire il concetto). Nella peggiore, si tratta di autoincensamento. Diciamolo con chiarezza: alla stampa e ai potenziali clienti non interessa nulla dei vostri risultati finanziari, per quanto positivi siano. Loro vogliono sapere cosa fate e perché dovrebbero rivolgersi a voi e non alla concorrenza. Tutto lì. Avete pochi minuti per convincerli quindi vi conviene usare bene le parole che avete a disposizione. Dirgli che avete aumentato il fatturato nonostante la crisi è un ottimo modo per per annoiare il pubblico.
Certo, saper parlare con efficacia non è cosa da tutti. Se siete timidi e impacciati è inutile sperare che un corso di PNL vi renda carismatici quanto Elon Musk. Consolatevi, però. Il carisma aiuta ma il contenuto è ancora più importante, altrimenti non si spiegherebbe come mai tanta gente guardi i noiosissimi video di Zuckerberg. Nonostante la timidezza e il poco carisma, il CEO di Facebook ha la capacità di arrivare al punto e di farlo in maniera chiara, che alla fine è quello che conta.
Cari signori che lavorate nel marketing, accettate un piccolo consiglio. Quando preparate le vostre presentazioni, quando concepite i vostri discorsi, chiedetevi sempre queste cose: si riesce a capire di cosa sto parlando, perché ne sto parlando, e del perché lo sto facendo?