Sanremo 2021 e quell’insostenibile leggerezza di 23 milioni di follower
marzo 9, 2021

LE ABILITÀ AL SECONDO POSTO

Velocità e scaltrezza sono considerate da sempre doti indispensabili per la sopravvivenza dell’essere umano. Così ogni mattina (pandemia permettendo) usciamo dalle nostre case per immergerci in un mondo fatto di autobus, metropolitane, relazioni con i colleghi, le Istituzioni, le Aziende ed ogni elemento che continuamente richiede la nostra presenza fisica e intellettuale.

Grazie ai Social Network, però, siamo capaci di amplificare quella velocità e scaltrezza al fine di raggiungere risultati fino a poco tempo fa insperati.

Così avviene che una certa imprenditrice di Milano, coinvolgendo i suoi 23 milioni di followers, riesce a portare il marito sul podio di Sanremo 2021. Quindici secondi netti, questo il tempo record che è bastato a Chiara Ferragni per coinvolgere tutto l’elettorato attivo di Sanremo a inviare quel fatidico sms con il codice 11, il numero assegnato a Fedez e Francesca Michelin.

Immediatamente le sono state mosse delle accuse pesanti, per favoreggiamento e violazione della par condicio degli artisti in gara. Mezza Italia ha trascorso l’intera domenica successiva al Festival a domandarsi: È giusto che la Ferragni abbia utilizzato e coinvolto 23 milioni di persone per muovere voti a favore del marito?
Se ne sono sentite di tutti i colori. Dai familiaristi che affermano l’integrità di una moglie che supporta il marito, agli eterni invidiosi che proprio non riescono a vedere in Chiara Ferragni la figura di una valida imprenditrice.

Noi di Hydrogen, tuttavia, ci siamo posti delle domande un po’ diverse dagli altri.
Abbiamo una reale consapevolezza su come e se questi 23 milioni di follower hanno effettivamente supportato Fedez o sono rimasti indifferenti all’appello di Chiara Ferragni?
23 milioni di follower o 23 milioni di conoscenti?

LA STORIA INSEGNA

Atene 471 a.c., una delle più antiche e grandi democrazie della storia, sta per dare una lezione di vita a noi posteri che andrebbe tramandata all’infinito.
Quando ad Atene qualcuno era accusato di abusare del proprio potere politico al fine di diventare un tiranno, il sistema democratico si auto-proteggeva avviando un processo chiamato “ostracizzazione”. Tutti i cittadini, circa 6000 persone contando gli abitanti delle campagne, erano convocati per esprimere il proprio parere elettorale. Il voto avveniva trascrivendo su dei cocci di vasi rotti il nome della persona da ostracizzare e venivano poi consegnati capovolti agli scrutinatori. Qualora la maggioranza avesse votato a favore, la persona interessata sarebbe stata ostracizzata, ovvero esiliata dalla città per la durata di 10 anni.

Lo storico Plutarco ci racconta che una mattina del 471 a.c. avvenne proprio una cosa simile al povero Temistocle, una figura di spicco della politica ateniese che attirò su di se le invidie dei suoi colleghi. Tutta Atene venne convocata e dalle campagne si radunano tutti i cittadini. Ieri come oggi la politica era riservata ad una cerchia ristretta di persone, agli altri cittadini poco importava di chi fosse in carica in quel momento. La gente comune nutriva un interesse scarsissimo per gli intrighi politici e molto spesso votava con la pancia più che con la testa.
Lo stesso avvenne per Temistocle.
Immaginate la confusione di una piazza affollata con più di 6000 persone. Ovunque era un vociare di gente che magari era salita ad Atene più per curiosare al mercato che per esprimere un parere elettorale.
Il tutto fu consumato il più velocemente possibile. Ai cittadini, spesso analfabeti, veniva consegnato il coccio, ma erano gli scrutinatori a suggerire loro cosa scrivere sopra di esso. Ovunque un brusio di “Scrivi Temistocle” oppure “Dammi qua, scrivo io per te”.
Ecco come il povero Temistocle da eroe della Democrazia si trovò esiliato e disprezzato dai molti nel giro di una sola giornata.

OGGI COME ALLORA

Se Plutarco ci racconta che agli ateniesi furono sufficienti 12 ore per ostracizzare Temistocle, a Chiara Ferragni sono bastati ben 15 secondi per mutare le sorti del marito in gara.

La problematica qui si fa diversa. La storia infatti ci insegna che è facile riuscire a indirizzare il pensiero delle masse se si hanno pazienza e un po’ di tempo a disposizione, quello che però non ci insegna è come i Social Network oggi abbiano accelerato questo processo di persuasione.

Ci troviamo del tutto impreparati davanti a questo fenomeno e non riusciamo ancora a razionalizzarlo in un’etica che sia capace di dirci fino a che punto qualcosa è giusta o sbagliata.

Quante persone tra i follower della Ferragni hanno gradito e risposto all’appello dell’influencer? Siamo veramente in grado di capire chi e come hanno reagito? Siamo realmente sicuri che sia stata solo la storia ad influenzare quelle persone? Senza dati in mano è impossibile giudicare.

Veniamo ora all’ultimo punto del nostro articolo, ovvero, 23 milioni di follower o di conoscenti?

Qui la risposta che ci siamo dati è che Chiara Ferragni nel corso della sua carriera è riuscita a legare due elementi che messi insieme si rivelano sempre vincitori. Ha legato la quantità dei follower sui suoi profili alla qualità con la quale intrattiene relazioni con essi.
Parliamoci chiaro, molti brand dispongono di un numero elevatissimo di follower sulle loro pagine, tuttavia se avessero deciso di sponsorizzare uno o più artisti in gara, probabilmente non avrebbero ottenuto gli stessi risultati della Ferragni.

L’empatia con la quale comunica, l’abilità nel costruire una tribù intorno a sé e l’ amichevolezza con la quale ci parla, rendono Chiara Ferragni una figura a noi molto più vicina ed ecco così che quei 23 milioni di followers non restano un semplice numero sull’algoritmo di Google ma si trasformano in 23 milioni di relazioni umane interconnesse fra loro. Pronte ad agire e supportare esattamente come farebbero nei confronti di un loro amico e parente.

Ecco allora che l’empatia diventa l’elemento indispensabile da mettere alla base delle nostre relazioni virtuali. Quell’empatia che stavolta si, ci è stata tramandata dai tempi antichi e che ancora oggi resta immutata come elemento di relazione tra gli esseri umani.
Ed è forse proprio questa la legge nuova che serve all’uomo per affrontare un nuovo fenomeno inesplorato come i Social Network.