3 flop del Food Market che i consumatori non hanno ancora digerito
settembre 10, 2021

Ok in Agenzia lo sappiamo già da un po’ di tempo ed è arrivato il momento di confessarlo anche a voi. Qui dentro siamo tutti delle buone forchette. Insomma da noi le pause pranzo arrivano a durare anche due ore. Se poi il direttore creativo continua a portare formaggi dalla Francia e il nostro Copy dalla Puglia ci riempie di taralli, spadellare le acciughine per condire i crostini al burro salato richiede più tempo del solito.

Questa settimana abbiamo deciso di farci un regalo nella speranza che sia gradito anche a voi, oggi parleremo di cibo nel mondo del Marketing.

In particolare di 3 flop del Food Market che oggi sono scomparsi dal mercato.

FLOP #1 IL POSIZIONAMENTO

Al primo posto del nostro elenco c’è un prodotto che quasi sicuramente ricorderanno tutti. Anzi ricorderanno perfettamente il jingle che ci ha tormentato per mesi.

Gran Soleil il nettare degli dei!

 

Ve lo ricordate?

Il famoso dessert al sorbetto commercializzato da Ferrero nel 2006 e ritirato dal mercato nel 2014.

Per il suo lancio e la successiva comunicazione furono spesi milioni di euro. Per noi è ancora oggi un prodotto memorabile, tanto da ricordarne anche la musichetta. Ma allora perché è fallito?

Due sono i motivi che abbiamo riscontrato

  1. la conservazione: Gran Soleil era un prodotto molto difficile da conservare. Trattandosi di un sorbetto preconfezionato andava messo in frigorifero e poi lasciato nel freezer solo poche ore prima di essere servito, per evitare di farlo diventare un mattoncino di ghiaccio. Questo si è dimostrato un procedimento troppo macchinoso per essere utilizzato come un prodotto precotto.
  2. il posizionamento di vendita: il prodotto veniva sponsorizzato come un dessert, eppure vi ricordate dove lo potevate trovare? Nella zona degli acquisti d’impulso vicino alla cassa. La stessa zona dove trovate le lamette da barba, le mentine e lo zafferano. Insomma una posizione scomoda per un dessert tanto da mandare in confusione i consumatori. Se poi ci aggiungiamo che il prezzo non era accessibilissimo i giochi sono fatti.

FLOP #2 IL RI-POSIZIONAMENTO

Questo secondo flop ha lasciato scioccati anche noi. Non eravamo consapevoli che una cosa del genere fosse successa per davvero, eppure…

Siamo negli anni ’80 e nei supermercati di tutto il mondo iniziano a comparire delle lasagne surgelate prodotte da… Colgate.

 

Si lo sappiamo, anche a noi è servito un attimo per elaborare questa informazione.

La storica azienda di dentifrici, ha tentato di riposizionarsi sul mercato proponendo una serie di cibi surgelati da gustare proprio prima di lavare i denti.

Ovviamente il flop non serve spiegarlo. Quando un brand si identifica talmente tanto con un prodotto o una linea di prodotti è molto difficile che riesca a trovare un nuovo posizionamento. Sopratutto se dai dentifrici passiamo alle lasagne surgelate… il nesso logico è troppo contrastante.

Al contrario del prodotto precedente pochissimi ricorderanno questo big fail di Colgate ma, se capitate a Helsingborg, Svezia, potrete vedere in una teca una di quelle lasagne. A custodirla è il Museum of Failure ideato da Samuel West, psicologo da sempre appassionato di fallimenti commerciali.

FLOP #3 PRODUCT DESIGN

Torniamo in Italia e torniamo a parlarvi di dolci con un prodotto di recente produzione e ancor più recente ritiro dal mercato.

Molti di noi li avranno visti in giro per i banchi frigo del Paese lo scorso anno.

Stiamo parlando dei Ravioli al cioccolato di Giovanni Rana.

 

A guardare le immagini il prodotto sembrava essere davvero molto goloso. Potevano essere fritti o passati in padella con burro e zucchero. La promessa era quella di trovare all’interno un delizioso ripieno di cioccolata e granella di nocciola.

La promessa sembrava essere attesa nel momento in cui aperto il pacco si veniva investiti da un dolcissimo profumo di cioccolata.

Eppure… già al primo contatto con il palato vi sareste accorti del vicino fallimento.

Il prodotto era amarissimo…amaro appunto come il cioccolato fondente. Per non parlare poi della stucchevolezza del raviolo interamente composto da cacao.

Insomma un dessert davvero poco gradevole. In questo caso a fallire è stata proprio l’ideazione del prodotto. Se, come insegnano i grandi Chef, avessero assaggiato la pietanza prima di servirla, forse si sarebbero accorti che all’impasto serviva più zucchero.

Che si tratti di cibo o di qualsiasi altro prodotto l’antifona resta sempre la stessa. Non esistono strategie preconfezionate, non esistono strategie uniche, ogni strategia va fatta a 360 gradi anche lì dove non sembra servire, buttaci un occhio che non si sa mai. Ora ripetiamolo tutti insieme…