Abbiamo ancora bisogno delle App? - Hydrogen Code
settembre 7, 2016

Gli store online per le App iOS e Android ospitano un numero impressionante di applicazioni: parliamo di circa due milioni di App, sia su Google Play sia su App Store. Una cifra che fa girare la testa e allo stesso tempo riflettere. 

Quante ne abbiamo installate sul nostro smartphone? Quante sono state eliminate praticamente subito e quante rimangono a occupare memoria senza essere mai lanciate? Sicuramente parecchie. Secondo le statistiche, il 23% delle App sono state usate solo una volta dopo il download per poi cadere nell’oblio, qualcosa che con grande probabilità è capitato anche a noi. Quando una buona fetta delle applicazioni è gratuita o costa cifre irrisorie è facile lasciarsi prendere la mano e divertirsi a provare qualsiasi cosa attiri l’attenzione, per poi passare in breve tempo ad altro, soprattutto quando si passa a un nuovo smartphone. Dopo qualche tempo inevitabilmente l’interesse cala ma alcuni dati possono stupire. Secondo quanto riporta Comscore, il 65% degli utenti americani scarica meno di un’applicazione al mese sul suo smartphone e solamente il 25% prova più di un’App.

Che sia finita l’epoca delle App? In realtà no. Sebbene le più utilizzate siano solo una decina (nella lista non possono mancare Chrome, Whatsapp, Spotify e Facebook), ogni tanto salta fuori qualche outsider che scala la classifica dei software più scaricati sullo smartphone, come per esempio è accaduto col successo di Pokémon Go. 

Il fatto è che nonostante passiamo una buona fetta del nostro tempo a fissare il piccolo schermo, nella maggior parte dei casi stiamo ascoltando musica, chattando con qualcuno, interagendo con un social network o cercando qualche informazione su Google.

Oggettivamente, la maggior parte delle App disponibili sono inutili. Alcune perché vecchie e obsolete, come per esempio quelle che trasformavano il flash in una torcia, una funzione ormai integrata direttamente nel sistema operativo. In altri casi, si tratta di software talmente specifico da essere utile solo a una piccola fetta di persone con esigenze professionali ben specifiche.

Ci sono poi una serie di App che rimangono installate, non si lanciano praticamente mai pur essendo sfruttate quotidianamente senza che l’utente quasi se ne accorga. Il tipico esempio sono i prodotti compatibili col sistema Home Kit di Apple, che comprende tutti quei prodotti per l’home automation che vengono integrate nel sistema operativo per semplificare la vita: perché cercare un App fra le tante installate, lanciarla e usarla quando è ben più veloce accedere alle stesse funzioni direttamente dalla schermata delle notifiche del telefono?

Questi numeri non devono spaventare né suggeriscono che il mercato sia al collasso. Fanno però riflettere sulla reale necessità di investire denaro nello sviluppo di un’App per far decollare il proprio business. Sicuramente dal punto di vista del marketing è un modo per dimostrare di essere sempre aggiornati ma bisogna chiedersi se questa App possa portare un valore aggiunto a chi la scarica o se il budget può essere investito meglio: la semplice presenza sugli store Android e iOS, infatti, non necessariamente ci darà quella visibilità che cerchiamo, un po’ come un sito Internet privo di contenuti e mal indicizzato.

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