Facebook impedirà di sponsorizzare le bufale! - Hydrogen Code
dicembre 20, 2016

Per quanto Mark Zuckerberg si sforzi di negare che Facebook sia diventato un editore, nessuno gli crede. Non è una questione di fiducia, ma di dati oggettivi: se l’editoria non fosse nelle mire del Social non si spiegherebbe la ricerca di un “head of news” con 20 (venti!) anni di esperienza nel settore che, fra le varie cose si occuperà di “gestire i rapporti con le organizzazioni di news” e rappresentare il “volto pubblico di Facebook per quanto riguarda l’ecosistema delle news”. 

Né si capirebbe come mai Zuckerberg stia prendendo misure per limitare il più possibile la diffusione di false news, andando a tutti gli effetti a intervenire sui contenuti invece di limitarsi a tenere un tono neutrale, come bene o male ha fatto fino a ora. 


Per vincere la sua guerra contro le bufale Zuckerberg ha affilato gli strumenti a disposizione degli utenti, semplificando il processo di segnalazione delle notizie così come collaborando con istituzioni che si occupano di fact checking, attingendo dai loro archivi. Le storie che sono considerate false verranno marchiate come tali e chi proverà a condividerle riceverà un messaggio che sottolineerà come ricercatori di terze parti abbiano bollato come falsa, o quantomeno imprecisa, l’informazione contenuta nel post. Gli utenti potranno comunque ignorare l’avviso e condividere lo stesso il post. 

Ciò che non potranno fare è sponsorizzarlo. Ed è qui che nascono i problemi, perché chiunque usi Facebook per lavoro sa bene che senza investimenti la visibilità dei post sarà limitata a una piccola percentuale dei fan della pagina. Impedire di sponsorizzare un contenuto significa tagliargli le gambe, renderlo praticamente invisibile. Trattandosi di notizie “false” può sembrare spontaneo disinteressarsi della cosa: sarebbe solo un bene se circolasse meno disinformazione. Il problema è stabilire un criterio condiviso per indicare cosa si intende per disinformazione. Un articolo ironico, in stile Lercio o Ermes Maiolica contiene informazioni false o volutamente deformate: c’è il rischio che qualcuno non colga l’ironia e li metta nello stesso mucchietto insieme ai negazionisti dell’olocausto e ai creazionisti? Pensiamo anche ai tanti politici che rilanciano, involontariamente o meno, false notizie: è corretto che Facebook possa influenzare in qualche maniera le elezioni limitando la diffusione dei post più populisti? 

Per quanto possiamo credere nella buona fede di Zuckerberg e del suo team, siamo certi che sia compito di Facebook decidere quali notizie meritino la diffusione e quali siano così “pericolose” da non poter essere sponsorizzate?