Non ho progetti: cogliere l’opportunità è il mio progetto.
(credo Zen dei samurai)
Come agenzia di comunicazione sappiamo perfettamente, e lo stiamo raccontando a più riprese, come la trasformazione digitale per le aziende sia spesso complessa da gestire. Siamo abituati a sentire il termine Digital divide per indicare la divisione fra chi ha accesso alla banda larga e chi no ma, in realtà, il termine indica più genericamente la suddivisione tra chi ha accesso al digitale in genere e chi no.
Se accettiamo questa definizione, il digital divide diventa la definizione che rappresenta il problema più sentito dagli imprenditori e dalle aziende, oltre che dalle persone: il timore di perdere momento in modo irrimediabile. Il problema del mondo a due velocità tuttavia non è solo italiano: anche nel pieno degli Stati Uniti migliaia di aziende e lavoratori rischiano ogni giorno di essere tagliati fuori dal mondo del lavoro. Molti lo sapevano già ma la conferma “ufficiale” ce l’ha fornita Google in questi giorni.
L’annuncio è stato fatto da Sundar Pichai, CEO di Google, nel corso di un lungo post sul blog ufficiale dell’azienda. Un intervento interessante, la cui sostanza si può riassumere in alcuni concetti di base.
In alcuni settori, le nuove tecnologie hanno avuto l’effetto di un terremoto. Tuttavia è anche vero che per le aziende che hanno saputo cogliere il cambiamento si sono aperti orizzonti prima impensabili. Quindi, la conoscenza del mondo che cambia è indispensabile per non farsi cogliere di sorpresa e fare il meglio per la propria azienda.
Nel blog l’amministratore delegato di Google parla nello specifico della città di Pittsburgh, che per molti versi rappresenta alla perfezione il cambiamento economico americano. Superata la crisi dei settori tradizionali, ha saputo reinventarsi grazie al supporto dell’università cittadina e in particolare dei dipartimenti tecnologici. Già nel periodo pre-Internet, i posti di lavoro nel mondo high tech raddoppiavano ogni anno. E il trend non si sta fermando a distanza di decenni. Insomma, il digitale ha contribuito a trasformare una città post-industriale in uno dei pilastri portanti della nuova economia americana.
Per permettere a chiunque di cogliere queste opportunità – Non a caso il post originale si intitola Opportunity for everyone, opportunità per tutti – Google ha lanciato tre linee di azione, in particolare:
Un miliardo in fondi nei prossimi cinque anni per le aziende non profit che lavorano nelle tre aree che potranno, secondo Google, creare più opportunità.
Un milione di ore di volontariato da parte dei Googlers per supportare le realtà di cui sopra.
Il lancio della piattaforma Grow with Google, un vero e proprio centro di formazione e apprendimento con il quale Google vuole aiutare gli americani con le competenze digitali (la piattaforma è in inglese ma è consultabile in tutto il mondo, quindi è utile anche per noi italiani).
Anche se la comunità internazionale ha focalizzato la sua attenzione soprattutto su quel roboante miliardo di dollari investito, secondo noi, l’aspetto più rilevante è Grow with Google, perché rappresenta alla perfezione la consapevolezza del colosso americano: c’è ancora molto da fare prima che il digitale sia davvero un bene fruibile da tutti e – soprattutto – diventi una risorsa vantaggiosa per tutte le realtà produttive. Anche nel post di Sundar Pichai, implicitamente, si intuisce che l’iniziativa sia rivolta soprattutto alle realtà piccole e medie che, per ragioni di risorse e opportunità, sono tagliate fuori dai grandi cambiamenti.
Un aspetto interessante è che in Italia, già da tempo, esiste una versione di Grow with Google realizzata appositamente per noi. Ne abbiamo già accennato, si chiama Eccellenze in Digitale e si trova all’indirizzo https://learndigital.withgoogle.com/eccellenzeindigitale.