Impresa digitale: quali profili aziendali sono indispensabili? - Hydrogen Code
novembre 2, 2017

Una conoscenza superficiale è più dannosa dell’ignoranza.
(Miyamoto Musashi)

Quando si parla di comunicazione digitale, non si può non pensare immediatamente ai profili aziendali sui social network. Un settore in cui senza dubbio è Facebook a fare la voce grossa, ma sono sempre di più le aziende che tentano di differenziarsi, provando nuove strategie. Come agenzia di comunicazione siamo molto attenti a queste tendenze. Tuttavia, come succede sempre, il mondo della comunicazione non viaggia di pari passo con il mondo reale.

Profili aziendali sui social – Oltre i mostri sacri

Succede praticamente a ogni settore che abbia a che vedere con l’attualità: l’esempio più semplice è quello della moda. A volte la distanza che c’è fra le passerelle e la strada è quasi incolmabile, anche senza bisogno di scomodare le sfilate degli stilisti più celebri ma fermandosi a quello che un tempo si definiva Prêt-à-porter.
Lo stesso accade nel mondo della comunicazione in generale e dei nuovi media in particolare: tutti sono così presi a studiare (e in alcuni casi a imitare) l’ultima campagna disruptive da dimenticarsi che le imprese italiane, in molti casi, si stanno ancora domandando se valga la pena di aprire un profilo aziendale Instagram o conservare la sola buona vecchia pagina aziendale su Facebook.

Un problema “storico”. Non è certo da oggi che il mondo della comunicazione si lascia trascinare dalle mode e dalle campagne più eclatanti sebbene, entro certi limiti, un po’ di sana competizione/imitazione non guasti mai. A patto di non perdere di vista il nostro compito principale: dare risposte e fornire servizi che valorizzino l’azienda per la quale stiamo lavorando. Per raggiungere questo obiettivo bisogna porsi la più semplice delle domande: quali profili social deve avere un’azienda?

Non ci sono profili aziendali “predefiniti”

Uno dei drammi del ventunesimo secolo è la quasi totale assenza di certezze. Specialmente nell’ecosistema in cui si muovono le agenzie di comunicazione.
La risposta più onesta possibile alla domanda di cui sopra è, ancora una volta: 
dipende.

E dipende da una quantità tale di parametri che rende praticamente inutile provare a formulare qualsiasi tipo di ipotesi a priori. Ecco perché agli esperti e addetti ai lavori fanno sorridere i prontuari che spesso si trovano in giro: le “dieci regole per una pagina Facebook perfetta” i “cinque trucchi per il profilo Instagram aziendale”, purtroppo, alimentano false credenze e convinzioni errate.
Prima fra tutte che gestire pagine aziendali sui social media sia un lavoro semplice che si può portare avanti applicando regolette e trucchetti. Stabilire a priori quali sono i profili social aziendali indispensabili è molto difficile: ci dispiace per chi si aspettava una classifica o qualcosa tipo i cinque profili che la tua azienda deve avere.

Pagine aziendali: smontare le convinzioni

Per la verità, una regola c’è, ed è questa: imitare le posizioni dei nostri concorrenti non è automaticamente una buona idea. Imitare, in generale, non costituisce mai una garanzia di successo, perché nella migliore delle ipotesi arriveremo secondi.
Prendiamo per esempio il più celebre dei social media, Facebook.
Tutte le aziende dovrebbero avere una pagina su Facebook, vero?
Non è un argomento sbagliato a priori, purtroppo però spesso diventa l’unico argomento a favore della piattaforma. La verità è diversa: un’azienda che voglia avere una buona presenza online deve prima di tutto sapere dove conversano le persone che possono diventare suoi potenziali clienti. Magari il canale giusto è un social media come Pinterest, o piattaforme ancora più esotiche come Deviantart o Soundcloud. Il “trucco” è conoscere molto bene la propria azienda, e su questo non ci sono dubbi, ma anche le persone che la frequentano e ne usano i servizi, e soprattutto farsi aiutare a superare gli orizzonti della consuetudine.

Esserci o non esserci

La seconda, vera regola da rispettare sempre è questa un’azienda deve essere presente dove potrà fare un buon lavoro. Scegliere un profilo, un canale, una forma di presenza “perché ci sono tutti” nella maggior parte dei casi è l’autostrada per l’inferno. Meglio una sola pagina aziendale su un social media mainstream, invece di otto profili tutti desolatamente abbandonati.
C’è stato un periodo in cui esibire nelle pubblicità o sul proprio sito una serie più lunga possibile di piattaforme era come esibire le medagliette per i boyscout americani, una sorta di autocelebrazione. Per fortuna quel tempo è finito, a favore di una gestione più oculata. Insomma, finalmente anche il mondo dei nuovi media ha capito che è meglio non esserci che fare le cose male. Bastava applicare un po’ di sano e antico buonsenso.

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