La reale importanza della SEO spiegata - Hydrogen Code
giugno 21, 2018

La SEO ormai è diventata un servizio irrinunciabile per qualsiasi sito che voglia avere qualche possibilità di essere raggiunto attraverso i motori di ricerca. Ma perché è diventata una disciplina così fondamentale? Ci sono diverse ragioni, alcune di carattere tecnico, altre legate soprattutto al marketing.

 

Cosa fa esattamente la SEO?

Secondo i proclami promozionali, è quella disciplina che permette al nostro sito di arrivare sulla prima pagina di Google. La verità è leggermente diversa. La SEO infatti non fa altro che migliorare le possibilità che questo accada.

Fondamentalmente, seguendo due linee di azione complementari: una di aspetto tecnico, l’altra sotto il profilo dei contenuti.

 

La SEO on-page, ovvero gli aspetti tecnici

Per poter migliorare le sue possibilità di apparire sui motori di ricerca, un sito Web deve rispondere ai giusti requisiti tecnici. Questo è il primo filtro, almeno per quanto riguarda i siti che si stanno presentando per la prima volta ai motori di ricerca. Questa valutazione viene effettuata per due ragioni. La prima è che un sito o una pagina scritti con un buon HTML strutturato nel modo giusto rendono più facile il lavoro di indicizzazione da parte del motore di ricerca, permettendo anche ai proprietari di controllare meglio cosa e come verrà indicizzato.

La seconda ragione è meno diretta, ma un aspetto tecnico curato è indice di qualità. Questo ci conduce a uno dei temi portanti della SEO: tutti i motori di ricerca indistintamente infatti, tendono a privilegiare i contenuti la cui qualità viene giudicata migliore. Si tratta di una semplice soddisfazione del cliente. Se un motore di ricerca fornisse cattivi risultati infatti le persone smetterebbero progressivamente di utilizzarlo.

Quindi, la realizzazione tecnica è uno dei primi parametri di valutazione, ma ce ne sono molti altri.

 

SEO tecnica, una questione semplice?

Verrebbe da pensare che gli aspetti tecnici della SEO non siano poi così complessi: in fondo si tratta di una specie di checklist da seguire. In realtà non è così. O meglio, lo è se ci si ferma agli aspetti di superficie. Ma con il crescere della complessità di un progetto, con il nascere di esigenze specifiche come la possibilità di condividere la pagina sui social network, erogare video o fornire servizi personalizzati, le cose si complicano rapidamente, per una ragione facile da intuire: far convivere tutte le buone pratiche e mantenere il sito aggiornato sui cambiamenti di standard e funzionalità è un lavoro a tempo pieno.

 

I contenuti e le informazioni, la parte più in vista della SEO

Un sito o una pagina Web non possono vivere senza i giusti accorgimenti tecnici, e questo è innegabile. Sfortunatamente si tratta anche dell’aspetto in cui la competizione è più serrata. Praticamente ogni sito prodotto oggi ha già ottime basi tecniche per fare una buona SEO.

Sotto il profilo dei contenuti invece ci sono diversi livelli di complessità in gioco. La base delle buone pratiche vuole che un contenuto sia originale e rilevante. Per originale intendiamo il fatto che non sia mai stato prodotto qualcosa di simile, per rilevante intendiamo quanto debba essere autorevole nel suo campo di riferimento.

Chiariamo con un esempio:

Se una rivista scientifica pubblica online una propria ricerca in cui documenta la scoperta di un nuovo elemento chimico sul terreno lunare, questo articolo ha tutte le carte in regola per “volare” in prima pagina. La rilevanza, in questo caso verrà stabilita sulla base dell’autorevolezza della testata e del fatto che ha pubblicato qualcosa mai visto prima.

Se un blog neonato annuncia di aver scoperto che la luna è fatta con gli scarti di lavorazione degli snack al formaggio, nonostante l’indubbia originalità viene a mancare l’autorevolezza, e con questa una buona parte della rilevanza.

 

La SEO è una questione di relazioni

La rilevanza, insomma, è data da una combinazione di parametri e, anche se i motori di ricerca non palesano mai i loro algoritmi, è noto che l’autorevolezza pregressa di un sito, così come il tempo medio speso dalle persone sullo stesso sito e il numero di interazioni fatte sono molto importanti.

Il che ci porta a un concetto fondamentale: la SEO è soprattutto una questione di relazioni. Relazioni con gli utenti, che dopo averci raggiunti devono essere soddisfatti di quello che trovano (riportandoci alla qualità dei contenuti), ma anche di relazioni con i concorrenti.

I motori di ricerca infatti amano l’idea di restituirci più risultati possibile, con i migliori in testa. Ma non esiste una “soglia di ingresso”. In pratica, i primi risultati sono si i milgliori, ma fra pagine che riguardano lo stesso argomento.

Per fare un parallelo sportivo, possiamo dire che ogni pagina che i motori di ricerca restituiscono è un campionato a sé. Basta fare qualche semplice ricerca per verificarlo: più un argomento è “pregiato”, più i primi risultati tenderanno a essere ottimi, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello dei contenuti. Ma se ci spostiamo verso ricerche più specifiche, o verso le nicchie, è molto probabile che la qualità dei primi risultati tenda a decadere.

Questo ci porta a un ultimo concetto fondamentale: la SEO cioè, oltre che l’arte di realizzare buone soluzioni tecniche e creare ottimi contenuti, è anche quella di individuare i territori in cui la competizione è meno serrata.

Paradossalmente, chi fosse così abile da individuare una “zona” in cui non esistono risultati (Spoiler: non esistono, almeno fra le ricerche di un qualche rilievo), potrebbe fare a meno della SEO.

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