La strategia digitale fai da te è ancora possibile? - Hydrogen Code
dicembre 7, 2017

Se sei preparato bene, non c’è niente da temere.
(Proverbio giapponese)

Oggi affrontiamo una sponda opposta rispetto a quella abituale: parliamo cioè di tutte quelle persone e realtà che ritengono il Digitale semplice; così semplice da pensare che un’azienda possa fare tutto con le proprie risorse, anche se nessuno all’interno non si è mai occupato di digitale prima.
Un approccio che a dire il vero, in particolare nelle piccole e medie imprese, ha portato a qualche risultato negli anni passati. Ma per una ragione molto diversa da quella che possiamo pensare.
Di solito questi casi (in questo contesto li definiamo così in quanto casuali) di successo vengono usati come bandiera dei fan del digitale fai-da-te, dimenticando però un aspetto fondamentale: i tempi sono cambiati e oggi il digitale richiede preparazione.
Inoltre molto spesso quello che l’azienda ha inconsciamente fatto è stato formare uno o più professionisti, che sono partiti “improvvisando” ma sono arrivati al punto di saper costruire una strategia digitale vincente. Il che non è o meglio, non era, sbagliato a priori. Ma si trattava di altri periodi, in cui anche i professionisti erano, in qualche modo, principianti. Oggi le tecnologie hanno fatto passi da gigante, sono realtà consolidate spesso più che ventennali, e richiedono un livello di competenze tali che un principiante, spesso, ha bisogno di anni per raggiungere la professionalità necessaria.
In ogni caso, ci sono almeno tre ottime ragioni perché un’azienda oggi non usi un approccio “fai da te” al Digitale a meno che, ovviamente non ci sia una struttura interna adeguata.

Primo caso: la nostra strategia funziona! Abbiamo vinto?

Si e no. Si perché senza dubbio è una grande soddisfazione e un grande risultato. Ma pensiamo anche al come lo abbiamo ottenuto, cioè con il tempo e lo sforzo delle persone all’interno dell’azienda. Questo è senza dubbio il caso migliore, ma ha comunque alcune zone d’ombra.
Infatti non è necessariamente un male, ma un buon imprenditore dovrebbe ricordarsi che ciascuno ha a disposizione tempo limitato per cui, chiunque ha seguito le “faccende digitali” lo ha quasi di sicuro sottratto ad altre attività. E non sempre “perdere” un ottimo contabile, un eccellente tecnico di laboratorio, o un’eccezionale addetto alla vendita per trasformarlo in un buon tecnico, un buon grafico o un buon addetto marketing è una scelta valida dal punto di vista strategico.

Secondo caso: la nostra strategia non funziona esattamente come speravamo

Qui iniziano le dolenti note. Perché se nel primo caso abbiamo comunque portato a casa il risultato, e potremmo addirittura avere aiutato i nostri collaboratori a scoprire una nuova professionalità, qui iniziamo a scoprire i problemi di questo metodo.
Attenzione: spesso in questo caso le persone sono incolpevoli. Ma che si tratti di impostare correttamente le policy di una Active Directory di WIndows Server, pianificare una campagna Adwords, o definire una strategia di comunicazione sui media digitali, ci sono attività che richiedono un livello di specializzazione così elevato che ottenere risultati eccellenti senza un background specifico è impervio.

Questo perché, esattamente come in ogni altra professionalità, è necessaria una preparazione: immaginate il disastro che potrebbe accadere se un esperto di digitale si improvvisasse a svolgere un altro mestiere, per esempio il falegname, il panettiere o l’esperto di esplosivi!

Qui i limiti del fai da te diventano più evidenti: non solo abbiamo sottratto risorse al normale lavoro della nostra azienda, ma abbiamo anche ottenuto un risultato non propriamente eccezionale.

Terzo caso: va tutto a rotoli!

Ok, tutto quello che poteva andare storto è andato storto, e ora? Abbiamo fatto perdere tempo ai nostri collaboratori, non abbiamo risultati e, probabilmente, abbiamo anche investito del denaro, senza avere risultati e ora?
Ripartiamo. Prendiamo in prestito uno dei detti orientali tanto cari a questa rubrica: cadi sette volte, rialzati otto volte.
Il lato positivo è che probabilmente, abbiamo toccato con mano la necessità di affidarci a professionisti e ci siamo resi conto che, sotto la semplicità apparente del Digitale, c’è un mondo che ha bisogno di regole e professioni.
Purtroppo oggi molti imprenditori confondono ancora la semplicità con cui nel digitale si possono fare e disfare le cose con la reale semplicità di creare un progetto e una struttura. Ma ora, grazie ai nostri errori, siamo pronti davvero. Sull’altra sponda dell’oceano, negli USA, si dice spesso che il successo è anche figlio degli errori. L’importante è non “chiudere fuori” il Digitale solo per un tentativo mal riuscito.
Questo sarebbe l’unico vero sbaglio.

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