Ci sono voluti un po’ di anni per convincere le persone a fidarsi e fare acquisti su Internet ma ormai l’e-commerce ha preso piede. Il volume degli acquisti tradizionali è ancora nettamente superiore, soprattutto in paesi come l’Italia dove la carta di credito non è amata, ma le vendite online conquistano sempre più le persone. Chi ha un negozio non può non tenerne conto. Perché limitarsi al giro di clienti locali quando è possibile spedire in tutto il mondo senza nemmeno doversi recare in posta? Considerati i budget davvero risicati necessari per mettersi in gioco, non stupisce che siano in tanti a essersi lanciati. Nella maggior parte dei casi, con risultati deludenti.
ESSERCI NON BASTA. BISOGNA FARSI TROVARE
L’errore più comune di chi apre un e-commerce è pensare di fare tutto da solo o quasi. Se il sito dell’azienda l’ha fatto il cugino, perché questi non può mettere su anche la sezione di vendite? Tecnicamente non ci vuole molto: bastano un po’ di competenze informatiche, qualche ora libera e poche decine di euro per mettere in piedi l’attività. Il problema è che nella maggior parte dei casi le proprie competenze, o quelle del cugino, sono adeguate sotto il profilo tecnico, non sotto quello commerciale. Un conto è avere un e-shop funzionante, magari pure bello a vedersi e competitivo in termini di prezzi. Un altro è far sapere alla gente che esiste e che è affidabile.
FARSI PUBBLICITÀ
Se il cugino o le proprie competenze sono gratis, al netto del tempo investito, la pubblicità va pagata. Non sempre è necessario investire grandi cifre, però è necessario spendere saggiamente, cercando di far fruttare al meglio il budget. Se non si ha esperienza, è facile dilapidare migliaia di euro in poche settimane, il tutto senza ottenere un accettabile ritorno sull’investimento (il cosiddetto ROI). Gli errori più comuni? Sono tanti. Uno di questi è cercare di vendere i prodotti senza prima essersi fatti conoscere, senza aver fatto un minimo di branding. Difficilmente qualcuno clicca per acquistare un marchio sconosciuto e quindi la fase di vendita dovrebbe essere sempre preceduta da una campagna mirata ad aumentare la brand awareness.
Se invece di vendere prodotti fisici la nostra azienda è concentrata sui servizi, sarebbe meglio evitare di rimandare al sito ufficiale: è molto più efficace realizzare una serie di landing page per ogni singolo servizio, e solo successivamente rimandare all’homepage. Perché non usare il sito, che è già disponibile? Perché racchiude troppe informazioni, troppi dati che distrarrebbero il potenziale cliente. La landing page, invece, risponde a una sua esigenza precisa, arrivando subito al punto e aumentando le possibilità di trasformare la visita in una lead.