La SEO è una materia complicata. O meglio, è una materia artificiosamente complicata. Nel senso che, se i consulenti SEO e in generale chi se ne occupa non sentissero il pressante bisogno di aggiungere teorie al limite del misticismo ed elenchi interminabili di buone pratiche, sarebbe una materia molto semplice.
In fondo per fare una buona SEO sarebbero sufficienti due accorgimenti: scrivere bene (cioè creare contenuti pertinenti, interessanti e originali) e avere un sito Internet che rispetti gli standard del buon vecchio HTML che W3C tenta disperatamente di spiegarci da ormai più di vent’anni.
L’aspetto contenutistico è da sempre considerato prioritario, per una serie di ragioni abbastanza intuibili legati soprattutto all’apparente semplicità con la quale possono essere implementati. Sfortunatamente, non tutti i settori e non tutti i budget si prestano a un piano editoriale o a un piano media: non tutti come noi hanno la fortuna di lavorare in settori come la comunicazione digitale e il branding, in cui ci sono così tante novità che servirebbe una redazione solo per tenerne traccia.
Ci sono anche settori molto più “tranquilli”, in cui il flusso di notizie, anche guardando e scavando all’interno dell’azienda, è molto più moderato.
Se ci ritroviamo in questo caso, possiamo senza dubbio ottenere grandi benefici da una buona gestione della SEO in pagina, SEO on page per dirla all’inglese, o SEO tecnica per usare un termine ombrello un po’ più improprio ma che rende meglio l’idea.
Anche in questo caso, la teoria è semplice, anche se spesso ci viene raccontata aggiungendo layer di complicazione che, per la verità, servono solo a dare giustificazioni (a priori e a posteriori) a un lavoro che altrimenti verrebbe percepito come la stretta della proverbiale vite nell’aneddoto dell’ingegnere e della fattura da mille euro. In pratica si tratta di lavorare sulla struttura del sito, a partire dal codice HTML, in modo da rispondere meglio agli standard che Google caldeggia.
Naturalmente per mettere mano al codice HTML del nostro sito è necessario avere le competenze tecniche necessarie, ma la buona notizia è che non sono necessarie “specializzazioni” per fare una buona SEO in pagina. Per ridurre la questione ai minimi termini, sarebbe sufficiente seguire le istruzioni del manuale che Google stesso mette a disposizione.
I risultati, come ci racconta l’ennesimo caso studio di Moz sono davvero notevoli: la sola rielaborazione del testo con l’aggiunta degli header corretti (H1, H2, H3), può portare incrementi di traffico fino al 14%.
Lavorare sul titolo della pagina e sul tag title ci regala un altro 9%, mentre l’aggiunta di immagini coerenti, e inserite secondo gli standard un altro 4%.
Quasi un 30% di traffico potenziale che possiamo raggiungere fondamentalmente con una semplice rielaborazione dei contenuti e con un po’ di lavoro di adeguamento sul codice della nostra pagina.
Inoltre, al di là dei dati riportati da Moz, ci permettiamo un’altra considerazione: il sito in analisi era sicuramente già gestito in partenza con una certa attenzione alla SEO, per cui, se non ce ne siamo mai preoccupati prima, è possibile (anzi, molto probabile) che i nostri risultati saranno ancora migliori.
Di solito, l’ostativo principale è quello “umano”: per modificare il nostro sito infatti è spesso necessario interpellare il tecnico o l’agenzia che lo ha realizzato. Una questione che, particolarmente in Italia, rischia di diventare complicata.
Per qualche inspiegabile motivo infatti, più il nostro interlocutore è un tecnico “duro e puro”, meno sarà propenso a recepire suggerimenti sulla stesura del codice, in particolare se divergono dalla sua (spesso personalissima) visione in merito agli aspetti tecnici dell’HTML e della gestione della SEO in pagina.
La guida di Google ci spiega tutto, ma vediamo quattro aspetti di partenza (che per la verità dovrebbero essere più che noti a chi realizza siti Web ogni giorno), che possono dare un grosso aiuto al nostro sito, in particolare se questo è piuttosto datato:
Uso corretto degli H: gli header devono essere utilizzati nel testo, per titoli di diversa gerarchia e capoversi; non dovrebbero essere utilizzati per gli elementi grafici.
I Tag Title e il tag Meta description devono essere sempre presenti, e compilati opportunamente per ciascuna pagina del sito.
Controlliamo che il nostro sito non contenga HTML deprecato, cioè sconsigliato dal W3C e dalle altre autorità, né tecnologie obsolete come Flash o Java.
La struttura del sito dovrebbe prevedere una divisione il più possibile netta fra i contenuti (HTML, la pagina vera e propria) e aspetto (CSS, il “foglio di stile”).
Questi accorgimenti, nella loro semplicità, possono portare il nostro sito ad essere competitivo, con poco sforzo e in tempi relativamente limitati.