Perché tutti vendono corsi? - Hydrogen Code
giugno 30, 2017

Se frequentate i social probabilmente avrete notato come ultimamente i ‘guru’ si sono moltiplicati a dismisura. Scorrendo il vostro feed, è praticamente inevitabile incrociare annunci sponsorizzati di persone che vi insegnano come cambiare vita, come diventare ricchi con il digitale, come diventare venditori eccezionali, come cambiare vita grazia alle tecnologia.

Quanta generosità! Un sacco di persone che ce l’hanno fatta e che umilmente dispensano preziosi consigli a chi ancora non ci è riuscito, spendendo pure soldi per farlo sapere a più persone possibili. Mostrano foto di loro che si esibiscono sul palco come rockstar in doppiopetto di fronte a un pubblico in giacca e cravatta, ansioso di apprendere i segreti per avere successo. I loro video gratuiti sono pieni di belle parole e grandi promesse: “fidati, ce la puoi fare. Io posso dirti come” è il messaggio più propagandato. 


Poi ci sono altri tipi di corsi, quelli forse meno poetici, quelli che non ti promettono soldi e successo, ma ti insegnano qualcosa di preciso. Solitamente in linea col trend del momento. C’è stato il periodo dove tutti volevano imparare la SEO, quello del Social Media Management, Startup e via dicendo.

Ma alla fine, questi corsi servono? Ha senso investire tempo e denaro per frequentare queste giornate dove ti promettono di farti fare la svolta nell’arco di poche ore? Dipende. Ci sono corsi e corsi. Partendo dal presupposto che nessuno ti può offrire certificazioni spendibili (come quelle che invece derivano dai più seri Master universitari), sicuramente alcune di queste lezioni possono tornare utili. Ci sono professionisti competenti e bravi, capaci di trasferire le loro competenze, il loro metodo di lavoro, di far riflettere sugli strumenti disponibili e sugli obiettivi raggiungibili. Altri, di contro, magari ti faranno passare una giornata a convincerti che sei il migliore, che spacchi, che puoi fare i gran soldi. Poi però il giorno dopo ti trovi di fronte al cliente, ripensi alle belle parole e realizza che al di là della spinta che ti ha dato all’ego, non hai nuovi strumenti o un nuovo punto di vista per affrontare meglio il problema: stringi stringi, hai sentito tante parole ma poche di queste tornano concretamente utili.

Come distinguere i chiacchieroni dai veri esperti? Non c’è una regola però è relativamente semplice scoprire i meno adatti banalmente guardando cosa raccontano pubblicamente. Se vi stanno pompando e galvanizzando parlando di concetti generici, senza spiegare cosa esattamente approfondiranno, meglio evitare. Diffidate di chi vi garantisce una svolta, senza spiegarvi cosa vi insegnerà. Diffidate di chi ha “il metodo giusto”, che sia per la SEO, per vendere (scarpe, mobili o servizi, poco cambia) o per fatturare. Non esiste il metodo “giusto”, per niente, esistono tante strade e il professionista è quello che vi insegna a percorrere quella giusta in ogni situazione, non quelli che vi garantisce di poterne tracciare una universale.

Un altro aspetto di cui tenere conto è il tono. Più urlano, più si esaltano, più solleticano il vostro ego per caricarvi e più dovrebbe salire il vostro scetticismo di fronte a questi metodi alla Wanna Marchi. 

Il metro più importante rimane comunque l’esperienza. Guardate il loro CV, valutate cosa hanno fatto, quali risultati possono mettere sul piatto. Se sono misurabili e oggettivi, allora è probabile che siate di fronte a qualcuno che ha una reale esperienza. Al contrario, se qualcuno vi vuole raccontare come si crea un business di successo e al suo attivo non ha esempi, o sono fallimentari, forse è meglio guardare altrove.