Fare SEO non è una faccenda facile, ma fare i primi passi nella giusta direzione può esserlo. Basta affidarsi a qualche strumento e un po’ di attenzione.
Tecnicamente, si. Il punto, inconfessato da molti esperti SEO, è che, come in ogni altra attività basata sulla concorrenza, i risultati sono relativi. Per chiarirsi, anche nel campo della SEO vale il detto “in un mondo di ciechi, l’orbo è re”.
In altre parole, le nostre soluzioni SEO saranno tanto più efficaci quanto meno i nostri concorrenti, locali o all’interno dello stesso argomento, ne fanno uso.
Un accorgimento semplice come registrare correttamente la sitemap del nostro sito o utilizzare correttamente i tag title o le meta descritption, può portare zero benefici, se i nostri concorrenti sono stati più abili di noi, o moltissimi se siamo fra i primi a “svecchiarci” e farne uso.
Quindi, aderire alle buone pratiche SEO è utile per tutti. Solo, non tutti devono spingersi allo stesso livello di profondità.
Per semplificare e senza addentrarsi troppo in tecnicismi, la SEO si divide prima di tutto in due “macro” filoni: gli aspetti tecnici e la gestione dei contenuti.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici c’è una lista di buone pratiche da osservare, che chiunque realizza siti Web oggi dovrebbe conoscere, ma che possiamo verificare rapidamente usando gli strumenti chiamati di SEO Audit. Eccone alcuni:
Sono quasi tutti strumenti freemium, ma offrono buoni strumenti di base. Il principio di funzionamento è più o meno sempre lo stesso: si sottopone al sistema il nostro sito, e si ottiene un punteggio, con alcune raccomandazioni.
Sapendo che, a prescindere dallo strumento che scegliamo raggiungere il 100% è praticamente impossibile, più raccomandazioni riusciamo a rispettare, meglio è.
La cosa migliore da fare, dal momento che è improbabile che ci occupiamo direttamente dello sviluppo del sito, è confrontarci con il nostro tecnico di fiducia e concordare insieme un piano di miglioramento SEO in funzione di costi e benefici.
Avere un sito che risponda alle principali indicative dal punto di vista della SEO tecnica è un buon punto di inizio. Ora bisogna capire come ci vedono gli utenti e come ci vedono i motori di ricerca. Ecco come fare.
Il bello delle statistiche è che possono essere estremamente veritiere o mentire spudoratamente. Gli Analytics del nostro sito non fanno eccezione. Anche in questo caso fare questo tipo di analisi può diventare un mestiere vero e proprio ma in primissima analisi dobbiamo capire quante persone arrivano al nostro sito attraverso i motori di ricerca.
Nota importante: se il nostro sito non ha un sistema di statistiche, è assolutamente il momento di attrezzarsi. Oggi ci sono ottime soluzioni gratuite che devono solo essere implementate. Confrontiamoci con i nostri tecnici.
Alcune forme di statistiche, per esempio quelle del plugin Jetpack di WordPress hanno direttamente una voce motori di ricerca nelle voci referenti.
In altri casi, dobbiamo fare un po’ di ricerche. In Google Analytics per esempio il modo più rapido è aprire il menu Acquisizione e selezionare la voce Organic Search.
Teniamo presente che il resto può dipendere dalle nostre strategie, ma molto traffico diretto può voler dire due cose:
Se il nostro sito fa almeno un migliaio di visite al giorno, è probabile che abbiamo utenti molto affezionati.
Se il nostro sito ha numeri più contenuti, fino a qualche decina di visite al giorno probabilmente siamo noi stessi a generare quel traffico.
In ogni caso, questo è un primo dato. Teniamo presente che, vista la competizione, è possibile che il traffico organico sia molto basso o nullo. Niente di male, siamo qui per lavorarci.
In una parola: Search console. Quella di Google è quella più famosa, ma anche Bing per esempio ne ha una meno famosa ma altrettanto completa.
Grazie a questi strumenti possiamo capire esattamente per quali parole chiave i motori di ricerca ci classificano: prepariamoci a sorprese, praticamente ogni sito del mondo ha quantomeno qualche risultato impensabile.
Qui, in primissima istanza, dobbiamo verificare se c’è almeno qualche parola chiave che ha una buona posizione media: è la posizione con cui, mediamente, il motore di ricerca presenta la pagina nei risultati di ricerca. Consideriamo che punteggi medi fra 1 e 3 sono ottimi, fra 4 e 10 buoni. Al di sotto del 10 siamo fuori dalla prima pagina.
Un altro parametro da tenere in considerazione è il numero di impressioni: più alto è, più interessante è la parola chiave.
I click infine si spiegano da soli: sono le persone che hanno cliccato per vedere il nostro sito.
Grazie a questi piccoli consigli, chiunque può muovere i primi passi.
Prima sistemiamo gli aspetti tecnici con l’aiuto di chi realizza il sito per noi.
Poi iniziamo a lavorare sulle parole chiave che riguardano il nostro ramo di attività e che la Search Console mostra già fra i risultati: verifichiamo che siano presenti nei testi del sito, nelle meta description, nei nomi delle immagini e nei tag alt delle immagini medesime, per esempio.
Piccoli passi, ma nella giusta direzione.
In questo modo, quando riterrete che sia il momento giusto per affidarsi a un’agenzia per attivare campagne e iniziative speciali, le strategie SEO troveranno terreno fertile.