Anche se non siamo tecnici, può capitarci che, se dobbiamo realizzare il sito della nostra azienda, ci vengano fatte richieste più o meno specifiche in merito alle tecnologie da adottare. La verità, purtroppo o per fortuna, è che la soluzione perfetta non esiste. E anche addentrarsi troppo spesso significa affrontare le proverbiali forche caudine, fra fanboy di tecnologie, piattaforme e strumenti di sviluppo.
WordPress è meglio di Joomla o di Drupal? E vale la pena di affrontare prodotti particolari come Concrete5, Textpattern, MODx? Più in generale, i content management system sono una buona idea? Meglio affidarsi a soluzioni più specifiche? Ci si può fidare dei framework come Bootstrap o Semantic UI?
Come suggerisce il titolo, sono domande che probabilmente non avranno mai una risposta (anzi, a più persone chiediamo più ci confonderemo le idee). La buona notizia è che possiamo, e dobbiamo andare oltre. Affidarci a professionisti, assicurandoci che il loro lavoro risponda ad esigenze che esulano dalla piattaforma e dal linguaggio. Ecco quattro requisiti che dovremmo sempre chiedere di rispettare.
Diamo per assodato che il mobile first è un dato di fatto. Ma anche fossilizzarsi “solo” sulla compatibilità del nostro sito con le piattaforme mobili sarebbe un errore. Molto meglio garantirci fin da subito e richiedere un sito che non abbia vincoli di layout come fattori di forma, dimensioni e così via. Oggi infatti c’è una tale gamma di dispositivi in grado di collegarsi a Internet che non è difficile immaginare che domani ce ne saranno decine di altri tipi. Prepariamoci. Il che non significa preoccuparsi solamente di forme e dimensioni, ma anche di tecnologie. Cerchiamo di evitare tutte le soluzioni proprietarie: pensiamo sempre alla fine che hanno fatto soluzioni apparentemente “incrollabili” come Flash e Java. L’ideale sarebbe poter utilizzare autentici standard, come succede nell’industria. In assenza di questi, accontentiamoci degli standard di fatto.
Chiariamoci: tutti amano la sperimentazione e le soluzioni “visionarie”, ma troppo spesso si può incappare in team e professionisti poco trasparenti che propongono soluzioni poco diffuse o poco sperimentate, per tornaconto personale o semplicemente perché pensano di poter fare pratica sulla nostra pelle. Preferiamo sempre le soluzioni più solide, diffuse e consolidate, a meno che non ci sia una reale condivisione di intenti.
Nel decidere, teniamo anche conto che più diffusa è una soluzione, più semplice sarà trovare esperti e professionisti in grado di gestirla. E la concorrenza è sempre bene. Inoltre oggi esistono infiniti pacchetti e soluzioni già pronte che sono in grado di rispondere praticamente a ogni esigenza. Facendo un esempio semplice, se abbiamo la necessità di consentire l’accesso a un’area riservata ai nostri utenti, praticamente tutti i sistemi di gestione dei contenuti più diffusi dispongono delle funzioni necessarie. Se ci viene proposto lo sviluppo di una soluzione dedicata, i casi sono due: abbiamo esigenze estremamente specifiche, oppure chi ce la sta proponendo conosce poco la materia o si sta comportando in modo poco trasparente.
A prescindere da qualsiasi aspetto tecnico, l’infrastruttura di un sito oggi deve essere flessibile, scalabile e modulare. In parole povere, deve poter essere modificato rapidamente, efficacemente e con spese contenute.
Questo riguarda sia gli aspetti “editoriali” sia gli aspetti più tecnici. Cambiare l’indirizzo o il numero di telefono degli uffici deve richiedere due minuti, e dovrebbe poter essere fatto in autonomia anche dal personale non tecnico, così come caricare la fotografia di un prodotto, o aggiungere una nuova pagina che parla delle iniziative più recenti.
Analogamente, visto che anche i requisiti tecnici cambiano rapidamente, dobbiamo farci garantire, meglio se per scritto, che la nostra infrastruttura è e sarà in grado di recepirli. Può sembrare una sottigliezza, ma pensiamo per esempio alle connessioni sicure in HTTPS, oppure alla necessità di modificare la lunghezza degli snippet, giusto per fare due esempi del recente passato.
Nel mondo digitale, e in quello del Web Design in particolare, esistono due particolari correnti di pensiero, entrambe terrificanti sotto molti aspetti.
La prima è delle “rocce”, cioè chi non cambia mai idea: realizza siti e web app alla stessa maniera da 10 / 15 / 20 anni e ritiene ogni novità un lezio inutile, nella migliore delle ipotesi.
La seconda è quella delle “foglie”, cioè le persone per le quali l’ultima tendenza e l’ultima novità sono sempre e comunque la soluzione migliore, quella indispensabile, quella che durerà per sempre.
Non serve essere tecnici o esperti, basta semplice buon senso, per capire quando entrambe queste “correnti” siano deleterie. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo, in particolare nel mondo del Web. Qui infatti non si possono ignorare le novità ma, nel contempo, è inimmaginabile inseguire ogni innovazione. Il “trucco” in questo caso è semplice: tenere sempre un occhio su quello che accade, ma valutare in modo costruttivamente critico se le novità sono adatte per il nostro business.