Report Vs Coca Cola: essere Social oggi - Hydrogen Code
aprile 5, 2017

La nuova edizione della trasmissione Report è iniziata da poche settimane e già fioccano le polemiche. La prima puntata, una denuncia al mondo del food e di quanto gli gira intorno, è stranamente passata in sordina, nonostante la gastronomia sia un tema caldo. La seconda, dedicata alla Coca Cola è stata animata dalla partecipazione in diretta dell’imputato. Che invece di sfidare gli “eredi” di Milena Gabanelli sullo schermo ha preferito spostare il confronto su un terreno dove si sentiva decisamente più forte: i social network. 

Mentre sulle frequenze RAI andava in onda la trasmissione, Coca Cola replicava in tempo reale tramite il suo account @CocaColaIT, sotto l’hashtag #NienteDaNascondere.

Un botta e risposta serrato, dove a ogni accusa di Report Coca ribatteva portando dati, link e precisazioni, rimandando al suo sito istituzionale. Botta e risposta per modo di dire perché era evidente come Coca Cola si trovasse perfettamente a suo agio a dibattere sui canali digitali, al contrario della trasmissione che non sembrava molto puntare sul suo account @Reportrai3: giusto un paio di risposte piccate, ma nessun vero dibattito online.

Il dibattito è proseguito il giorno dopo, sulla pagina Facebook di Report dove gli autori della trasmissione hanno fatto una diretta sul Social estendendo il discorso e rispondendo ad alcune delle osservazioni e risposte sollevate dal colosso delle bibite. Naturalmente, Coca Cola era presente e continuava a puntualizzare, ad avere l’ultima parola. Una situazione surreale, nella quale Coca Cola dimostra di saper usare con scioltezza i nuovi media, al contrario dello staff di Report che – pur bravissimo dietro la telecamera – non si dimostra a suo agio sui social. Un terreno sul quale si muove con difficoltà, quasi fosse spaventata, o disinteressata, dal prendere parte alla discussione.  

Coca Cola non ha fatto niente di inedito. Già nel 2015 ENI aveva reagito a una puntata di Report alla stessa maniera, spostando il “conflitto” sui social, dove era certa di poter far sentire la sua voce con più forza. Proprio per questo era lecito aspettarsi una maggior capacità di Report di travalicare i limiti del piccolo schermo e dimostrare di aver imparato le dinamiche dei social. Sono giornalisti, professionisti della comunicazione, ma quando si parla di nuovi media arrancano faticosamente dietro le multinazionali che, invece, hanno imparato velocemente a destreggiarsi coi nuovi strumenti. Di certo non è un buon segno per l’informazione, considerando che la poca capacità di rapportarsi coi nuovi media è un problema della maggior parte della stampa, soprattutto quella italiana.

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